L’Intestino, o meglio il nostro secondo cervello, l’organo intero più delicato e sensibile. Sensibile agli stimoli esterni, sia materiali che immateriali. Ma a che cosa ci stiamo riferendo per l’esattezza? Al fatto che questo lungo e complesso apparato (sì, più che un semplice organo è davvero un apparato a sé stante), è atto alla fase cruciale dell’elaborazione del cibo ingerito.
Non di meno, sempre per rispondere alla domanda in questione, esso recepisce più che qualsiasi altro sistema organico gli stimoli provenienti dal mondo esterno. Per mondo esterno, in questo momento, ci riferiamo alla complessa vastità del mondo emotivo, del nostro vissuto quotidiano. Pensateci bene, gioie e dolori, esperienze positive o negative, tutto passa attraverso il cervello.
Questo comanda il sistema nervoso, che attraverso i neurotrasmettitori ed anche ormoni con funzione di ricettori, danno indicazioni agli altri organi di reagire di conseguenza. Motivo per il quale talora parliamo di intestino pigro: vuol dire che… così non va. Si tratta forse della prova che esiste anche scientificamente un’anima?
Sarà, non sta a noi qui rispondere a questa più delicata e controversa domanda, ma una cosa è certa. L’intestino, al pari e più che i reni, il fegato e il cuore, giocano una partita fondamentale per tutto il nostro Io, fisico e mentale. la partita della salute e dell’equilibrio, quello tra corpo ed emozioni. Ma cominciamo ad approfondire e a scoprire di più su quello che è un apparato nell’apparato digerente!
Intestino, cominciamo a scoprire di più
L’intestino, come già detto, è fondamentalmente il nostro secondo cervello. Da esso dipende il modo in cui, come si sol’ dire anche nel linguaggio comune e non scientifico, somatizziamo gli eventi emotivi. Soprattutto, è il sistema che più sensibilmente reagisce a stress, rabbia, delusioni, quando queste emozioni si compattano e crescono in un groviglio che è come un bolo alimentare emozionale. Esatto, un bolo alimentare di tipo emozionale, simile a quello che la masticazione compone col cibo e che manda giù, dall’epiglottide all’esofago, affinché poi, a partire dallo stomaco, venga elaborato.
Un’elaborazione, quella del bolo, che ha poi due punti fondamentali di passaggio: il fegato (dove per altro si regolano l’insulina, l’apporto glicemico per le cellule, il grasso) e, naturalmente, l’intestino. Quest’ultimo, protagonista del nostro articolo, è anche il complesso sistema che crea la sintesi finale di ciò che abbiamo chiamato bolo alimentare di tipo emozionale. Esattamente come può accadere con l’eccesso di determinati alimenti, o di alimenti cui siamo intolleranti senza saperlo, così con le emozioni tossiche in eccesso può irritarsi e avere due opposti comportamenti: diventare iperattivo o pigro.
Quindi l’intestino irritabile ha due cause, fisica ed emotiva?
Esattamente, le cose stanno proprio così, cari amici del benessere e delle sane abitudini di vita. L’intestino irritabile ha fondamentalmente due diverse cause: una fisica e l’altra emotiva. L’irritabilità in generale, quale che ne sia l’effettiva causa scatenante, è una condizione di stress. O meglio ancora, è la reazione che l’organo mette in atto nei confronti di uno stress. Inoltre, come già anticipato poco fa, tale reazione allo stress definita come irritazione si manifesta a propria volta in due modalità opposte.
Questo vuol dire che l’intestino irritabile può avere un comportamento iperattivo, o, viceversa, lento e pigro. Come si traduce ciò nella pratica della quotidianità? Per rispondere vi spieghiamo subito qual è la funzione generale che coinvolge, passo dopo passo, ogni tratto intestinale, a cominciare dall’intestino tenue. Al termine del suo percorso nell’intero apparato digerente, il cibo dovrà essere scisso: da una parte i nutrienti che, attraverso il sistema linfatico, saranno portati nel sangue e da lì alle cellule; dall’altra il materiale di scarto. La fase finale di separazione ed il fondamentale processo di fermentazione chimica avviene proprio nell’intestino. Se irritato, potrà andare incontro ad una sovrapproduzione oppure ad un intorpidimento.
L’intestino quindi elabora emozioni e cibo allo stesso modo?
Sì, giusto, l’intestino elabora emozioni e cibo allo stesso modo. Aiuta a scovare e mandare in circolo le energie positive dei nutrienti e scarta il materiale tossico che compatterà nelle feci pronte da espellere. Allo stesso identico modo, assorbirà le energie delle emozioni positive attraverso una motilità equilibrata e regolare, mentre davanti alle emozioni tossiche assumerà due possibili comportamenti.
Potrebbe iniziare a lavorare per eccesso di zelo, fino allo spasimo, pur di buttare fuori la negatività accumulata, oppure potrebbe chiudersi in se stesso e diventare abulico. Questo, cercando di essere via via più chiari e sintetici, significa che sotto stress potremmo avere un intestino irritabile che: può portarci spesso in bagno, evacuando con frequenza e non bene; oppure può richiudersi e rallentare la propria attività, di fatto arrendendosi e causando problemi di stipsi anche seri.
Proprio la stipsi, meglio nota anche come stitichezza, ossia l’accumulo di materiale fecale non evacuato, può alla lunga causare problemi seri. Oltre il senso di pesantezza, gonfiore e l’irritabilità, anche infezioni, a causa della carica batterica delle feci stesse.
L’intestino crasso, tenue e retto, è quindi davvero un complesso sistema nel sistema?
Già, l’intestino crasso, tenue e retto, nel suo intero e vastissimo complesso, è proprio un sistema nel sistema. Se esso rappresenta il momento culminante dell’apparato digerente e dei compiti cui esso assolve, è però a propria volta un sistema. Un mondo a sé tanto quanto lo è il fegato, che per inciso è il più grande laboratorio chimico del corpo! Assorbire correttamente i nutrienti ed i liquidi, e dosare distinguendo bene cosa invece va destinato allo scarto, è qualcosa di vitale.
Da tale processo dipende la nostra stessa sussistenza, sia per ciò di cui le cellule devono nutrirsi, sia per ciò che è tossico e non deve permanere nell’organismo. Tale considerazione ed osservazione ravvicinata – seppur qui in senso figurato- ci fa comprendere ancora di più quanto non vadano trascurati i sintomi di un intestino irritabile. Certo, lo stress intestinale che si manifesta sotto forma di stipsi è molto pericoloso, almeno potenzialmente.
Non siamo qui per fare facili ed inutili allarmismi, ma se la stipsi si protrae a lungo nel tempo, il non completo svuotamento del corpo dagli scarti può essere causa di infezioni serie, oltre che dar luogo a stati di dolore fisico e depressione. Non di meno, anche l’iperattività protratta nel tempo può farci perdere, oltre alle feci, anche molti liquidi (l’acqua è fondamentale anche nella formazione delle feci) e perfino nutrienti utili.
L’intestino irritabile, iperattivo o pigro, può avere delle risposte precise. Tra queste, l’integratore NovaShape
Sì, l’intestino irritabile può compromettere il buon funzionamento di molte cose nel nostro corpo, esporci a rischi infettivi seri, farci perdere liquidi e nutrienti, renderci appesantiti, gonfi, irritabili e depressi. Non si scherza con queste sintomatologie, ed è bene tenerle monitorare e, se continuano nel tempo, passare all’azione. Molte volte può bastare consultare il proprio medico per ottenere un’azione combinata su due fronti. Da un lato, con i gesti quotidiani, assumere più acqua, cibi meno conditi e cotti in maniera più sana, prediligendo: in caso di pigrizia, verdure e maggiori contenuti di fibre, nel caso invece di iperattività, alimenti più asciutti e con meno fibre.
Dall’altra parte, possiamo far affidamento all’azione di probiotici e sostanze che hanno il compito di ripristinare la flora batterica dell’intestino. Ci riferiamo agli Escherichia Coli, i così detti batteri buoni, atti ai processi di fermentazione che servono a scindere i nutrienti dagli scarti. Una raccomandazione importante è quella di integrare la buona alimentazione ed idratazione anche con uno stile di vita più attivo, che favorisca la motilità intestinale, e con un sano e certificato integratore come NovaShape. Frutto della ricerca medica, NovaShape contrasta proprio l’irritabilità intestinale, sgonfia la pancia, ed è un prezioso alleato per cuore, colesterolo, metabolismo e contro la fame nervosa.
Intestino tenue, il viaggio comincia
Come detto, l’intestino è un complesso sistema, un vero e proprio apparato nell’apparato composto da più regioni, e molto molto lungo. Lo si suddivide, in prima istanza, in una micro ed una macro area. Ma cominciamo dal principio, con il tratto tenue. Tutto comincia a partire dalla valvola pilorica, confine di separazione con lo stomaco. Il termine, la fermata conclusiva, per così dire, è data invece dalla valvola ileo-cecale, che lo unisce con l’intestino crasso. Come anche anticipato, parliamo di un sistema veramente lungo.
Talmente lungo, da raggiungere i 7 metri per un diametro di 4 centimetri. Viene suddiviso in tre tratti, a cominciare dal duodeno, che è l’inizio. Segue il così detto digiuno ed, infine, l’ileo. Come tutto è perfettamente orchestrato in Natura secondo quella che spesso può apparire come un Intelletto Superiore, così è anche per il nostro prezioso e complesso intestino. Già, perché ogni tratto si fa carico di un compito diverso. Il duodeno è coinvolto nei processi digestivi, mentre il digiuno e l’ileo sono deputati all’assorbimento dei nutrienti sintetizzati dal cibo.
L’intestino parte dal duodeno e si snoda attraverso i tratti detti digiuno ed ileo: ecco come vengono assorbiti i nutrienti
Dunque, come abbiamo appena spiegato, il nostro intestino parte dal tratto del duodeno, coinvolto nei processi digestivi. Dopodiché si snoda attraverso altre due regioni, chiamate rispettivamente digiuno ed ileo. Proprio attraverso questi ultimi due passaggi si svolge l’azione fondamentale da cui dipende la capacità del sangue di apportare energie alle cellule del corpo. Parliamo quindi di assorbimento dei nutrienti.
Circa il 90% dei nutrienti ottenuti dalla fase digestiva, che culmina proprio nel duodeno intestinale, viene poi assorbita. Ciò accade per mezzo dei così detti villi intestinali, ossia delle estroflessione contenenti a propria volta dei micro-villi. Insomma, sono delle vere e proprie spazzole adibite ad assorbire i nutrienti e formate da cellule dalla vita breve dette enterociti. Anche a questa vita breve c’è una ragione.
Certo, come abbiamo detto poco fa, nulla in Natura è casuale e tutto segue un ordine, e ciò è quanto mai chiaro dagli atomi, ai micro-organismi, alle cellule fino agli organismi complessi. Tale ordine e scopo, in questo caso specifico, si manifesta così: gli enterociti si rigenerano continuamente, e tale processo aiuta e tiene efficiente tutta la digestione.
Ed ecco come l’intestino assorbe i nutrienti necessari al sostentamento e alla vita attraverso i villi
Riprendendo in maniera semplice e ordinata le fila del discorso, l’intestino partecipa alla digestione nel suo primo tratto detto duodeno. Attraverso i tratti successivi, il digiuno e l’ileo, si svolge invece l’assorbimento dei nutrienti. Come spiegato e come appare di per sé evidente, all’intestino si deve in pratica il nostro sostentamento. Senza di esso non si completerebbe la digestione, non si espellerebbero gli scarti con le feci e non potremmo portare nutrimento alle cellule. L’assorbimento, come spiegato, avviene tramite migliaia di complesse formazioni cellulari simili a spazzole dette villi.
I villi sono costituiti da cellule dalla continua e rapida rigenerazione dette enterociti. Come dei piccoli condotti, i villi determinano il passaggio di nutrienti quali proteine, sali minerali ed altro direttamente nel sangue. Tutti ad eccezione dei lipidi e di quelle vitamine di natura lipidica. Questi ultimi tipi di nutriente vengono fatti passare prima per il sistema linfatico.
Una piccola curiosità, invece, riguarda le dimensioni di cui abbiamo parlato prima. I suoi 7 metri totali sono quelli rilevabili dagli esami autoptici, in altre parole sui cadaveri. Da vivi, l’intestino è più corto, e ciò a causa dei muscoli che lo avvolgono e che si contraggono ed estroflettono continuamente per favorire la peristalsi.
E tutto finisce con l’intestino crasso
Come emerge chiaramente nel titolo di questa parte dell’articolo, l’intestino crasso rappresenta davvero la conclusione del viaggio. Il tratto terminale crasso parte dalla valvola ileo-cecale fino all’ano, dove avviene l’espulsione delle feci. Seguendo questa che è la direzione di espulsione, distinguiamo addirittura sei diversi tratti: cieco, colon ascendente, colon trasverso, colon discendente, sigma e retto.
L’intestino crasso, seppur di lunghezza inferiore alle parti che lo precedono, ha un diametro maggiore. Questo gli consente di trattenere più a lungo i prodotti digestivi. Più restano nel tratto crasso, maggiore sarà l’assorbimento di acqua ed elettroliti. Inoltre, cosa che forse pochi sanno, il crasso provvede anche all’assorbimento di altre vitamine.
Non quelle sintetizzate dal cibo, ma quelle prodotte dai batteri simbionti del colon, ossia la vitamina K e le B. Già, non solo gli escherichia coli che scindono i nutrienti dalle feci, il nostro corpo coabita con miliardi di batteri buoni coi quali interagisce! Infine, il crasso è il deposito di transito delle feci.
Intestino irritabile può voler dire non solo umore irritabile
Proprio alla fine di tutto il processo digestivo e di assorbimento dei nutrienti, attraverso il crasso avviene la sintesi e infine l’espulsione delle feci. I muscoli che avvolgono l’intero intestino favoriscono la peristalsi che poi ci porta in bagno ad espellere gli scarti. Il tutto avviene grazie anche all’acqua che il crasso riesce ad assorbire, utilissima ad ammorbidire le feci, ed alle fibre. Per questo motivo, una delle cause più frequenti dell’intestino irritabile è una cattiva alimentazione ed una insufficiente idratazione. Cibo sano, ricco di vitamine e fibre, con le giuste quantità di olio, si devono sempre unire ad una idratazione quotidiana soddisfacente, almeno sui due litri.
Non di meno, tra le cause dell’irritabilità intestinale, troviamo anche il consumo prolungato di medicinali, come gli antibiotici. Questi possono avere un’azione di disturbo severo nei confronti della flora batterica intestinale, che necessiterà poi di essere ripristinata con l’assunzione di probiotici.
Dunque, non solo mal umore e periodi di stress e tensione possono minare il buon funzionamento del nostro secondo cervello. Ma ricordate che, assieme ad uno stile di vita sano e a controlli periodici, anche l’assunzione dell’integratore NovaShape darà nuovo slancio ed equilibrio anche all’intestino.