Fame Nervosa. Consigli per gestirla al 100%

Fame nervosa, uno dei tanti problemi legati alla sfera dell’alimentazione e, con essa, della nostra salute. Perché cibo significa mille e più cose insieme. Certo, è approvvigionamento per le cellule dell’organismo. Attraverso di esso assorbiamo tutti i nutrienti utili alle nostre funzioni vitali: carboidrati, zuccheri, proteine, vitamine, sali, acqua e anche i grassi, sì. Il loro ruolo è fornire carburante alle cellule, così come, ad esempio le proteine, contribuiscono anche alla formazione delle sequenze di DNA che vengono create in esse. Ma, chiaramente, così come per il sesso rispetto alla procreazione, non è solo questione di sussistenza, c’è di più. Con l’evoluzione, il cibo ha assunto altri significati, evolvendosi con noi.

Cibo vuol dire condivisione con gli altri, raccontarsi attraverso una ricetta, donare un po’ di sé… in un boccone! Vuol dire piacere, regalarsi un momento per gustare, vivere un’esperienza per occhi, naso e palato.

Insomma, un’esperienza multi-sensoriale che può diventare anche arte.

Ma, oggi, nella stessa società moderna ed evoluta che ha creato intorno all’alimentazione questi concetti, c’è un rovescio della medaglia.

Lo stress, l’ansia, la paura di non piacere o non essere considerati all’altezza, momenti di vita ardui, si trasformano in fame nervosa. Esattamente come finora abbiamo parlato di soluzioni brucia grassi, tisane dimagranti, come dimagrire le gambe, tratteremo tutto questo scoprendo cause ma anche rimedi. E uno di questi, che ora vi anticipiamo soltanto, è il supporto di un validissimo integratore alimentare che aiuta anche a controllare la fame: NovaShape. Pronti a cominciare con noi questo nuovo viaggio? Partiamo!

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Fame Nervosa. Consigli per gestirla al 100%

Fame Nervosa, perché? 

Proprio come abbiamo già avuto modo di anticipare qui sopra nella nostra introduzione, la fame nervosa è una delle figlie neglette della nostra modernità. Insomma, lungi da noi l’intenzione di attaccare bottone in maniera retorica sui mali moderni. Si tratta solo e soltanto di esprimersi con sincerità, umiltà e il desiderio di indagare con coscienza e a fondo una questione molto delicata. Così, col tempo e le generazioni che si sono succedute, siamo riusciti a parlare senza inutili pudori di anoressia, bulimia, depressione e tutto quanto afferisce la sfera dell’emotività sul cibo.

Allo stesso identico modo, finalmente riusciamo a parlare in termini che non siano solo grottescamente cominci della fame nervosa. Se è vero, come abbiamo detto prima, che  il cibo diventa una forma di piacere e di godimento per il gusto, gli occhi, il sapore e l’olfatto, è anche un’arma a doppio taglio.

Come ogni forma di piacere che da esseri evoluti razionalizziamo e controlliamo, anche il mangiare può di colpo prendere il controllo su di noi. E quando una forma di piacere ci prevarica silenziosamente ne diventiamo dipendenti. Perfino quando la rifiutiamo imputandole tutti i nostri mali, continuiamo a esserne schiavi. Come quando ci si fa del male per attirare l’attenzione. Anche questo vuol dire fame nervosa.

Fame nervosa, quando?

Chiarito almeno in linea generale il perché, viene da chiedersi ovviamente anche il quando del manifestarsi della fame nervosa. Sempre restando sulla linea generale, ogni volta che in qualche modo la psiche e l’emotività ci mettono in condizione di proiettare sul cibo ciò che non va. E lo spettro, nel merito di questa considerazione, è veramente ampio. Si va dai casi più estremi, che riguardano l’aver passato esperienze traumatiche di ogni tipo: difficoltà familiari, abusi, perdite gravi, pesanti stati depressivi.

Fino ad arrivare, dall’altra parte, a situazione spesso anche ironizzate dai media, ma non meno da tenere sotto controllo perché non degenerino: stress della vita quotidiana, come ansia da performance – nel privato o anche nel lavoro- , sensazioni di frustrazione e privazione sia fisica che emotiva. In quest’ultimo caso, la fame nervosa può essere legata proprio all’incapacità emotiva di sostenere una dieta. Il cibo, in pratica, diventa spesso rifugio e conforto. Ma altrettanto spesso il suo abbraccio, come tutto ciò che da assuefazione e ci fa evadere da una realtà che non ci piace, può diventare pericoloso.

Fame nervosa, come si manifesta?

Naturalmente, il manifestarsi della fame nervosa è piuttosto ben visibile. Al contrario dell’anoressia, dove la proiezione del male interiore sul cibo lo rende un nemico davanti al quale cominciare a scomparire perdendo peso, qui è tutto visibile e manifesto. La fame mossa da motivi psicologici ci fa in un certo senso desiderare di inglobare, raccogliere, accrescere. Il mangiare diventa sia una calda coperta per schermarci dalla freddezza del mondo che ci ha feriti e vilipesi, sia una proiezione del male che rifugiamo.

La differenza con l’anoressia è che, messi di fronte al cibo, lo combattiamo assorbendolo. I mali che siamo portati inconsciamente a proiettarci su fanno sì che la risposta da parte nostra sia un atto di cannibalismo. Ed è esattamente così che si vive e manifesta l’input della fame nervosa, come un gesto di cannibalismo che ha più il sapore della rappresaglia che della ricerca di una carezza. Anche se il reale desiderio sotteso sarebbe proprio quello di riceverla, una carezza.

La fame nervosa quindi è un inganno?

Sì, in qualche maniera il cervello, come quando elabora i sogni, ha delle regioni oscure, per così dire, che tessono trame silenziose. Lavorano nell’ombra, quasi col favore delle tenebre, come degli scrittori nascosti. Raccolgono ciò che la ragione e i nervi vivono trasformandolo, sublimandole in allegorie, immagini simboliche. Queste immagini, che nei sogni sono manifeste, spingono la mente a elaborare soluzioni realistiche quanto le battaglie di Don Chisciotte contro i mulini a vento.

Se avessimo il pieno e totale controllo della nostra mente e della volontà, o meglio se non avessimo un lato inconscio e creativo, ciò non accadrebbe. Non ci sogneremmo mai di proiettare ciò che non va sull’esterno, né cannibalizzeremmo il cibo come vendetta. Si tratta di meccanismi fuori controllo, umanissimi e molto più diffusi di quanto si pensi.

La fame nervosa è proprio questo, nient’altro (si fa per dire) di una proiezione illusoria per cui si crede di sentire davvero appetito, ma solo come impulso necessario a compiere questa vendetta. Una vendetta che, il cervello lo sa, è solo e soltanto contro noi stessi. Siamo noi che ci odiamo, che non ci piacciamo. Noi che veniamo proiettai sul cibo. Non ci piacciamo quando soccombiamo.

Fame nervosa, solitudine e incomunicabilità. Un primo passo per chiarire

Un primo passo per fare chiarezza sul delicato tema della fame nervosa vuol dire comprendere cosa sia oggi la solitudine. La solitudine raramente viene vissuta come momento per potersi prendere i propri spazi fisici e mentali, come opportunità da cogliere per sapersi ascoltare e riconciliarsi col proprio animo. Non che oggi non accada anche questo, nonostante questa capacità di cogliere il lato auto-costruttivo e la vera libertà data dalla solitudine è sempre più raro. E poi, siamo onesti, a meno di non essere un asceta o un monaco buddhista, anche le persone più mature e mentalmente strutturate hanno i loro cedimenti.

Ed è nelle crepe di questi cedimenti che si insinua l’inconscio con le sue letture simboliche e le sue proiezioni delle nostre ferite e debolezze verso l’esterno. Dunque è da qui che si innesca il meccanismo che conduce infine alla fame nervosa. Solitudine come incapacità di prendersi tempo e imparare a stare con se stessi anche nel dover affrontare le difficoltà, certo, ma non solo. Fame nervosa è anche sinonimo di incapacità a comunicare.

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Fame nervosa, solitudine e incomunicabilità. Un primo passo per chiarire

Fame nervosa e il tempo che non c’è per l’empatia

Dall’altra parte, oggi come oggi, c’è un altro fattore conseguente a questo non saper vivere la solitudine, cioè l’incomunicabilità. Non abbiamo tempo, e siamo emotivamente pigri per darcene un po’, da dedicare all’ascolto. Non esercitiamo a sufficienza né la parola né il linguaggio dell’empatia verso l’altro. Le cose quindi si cumulano sotto il tappeto di un mal riposto senso di forza emotiva che non c’è.

Crediamo di essere forti, performanti al massimo e centrati come la pseudo-filosofia, mezza Zen e mezza youppies propinata oggi da coach e motivatori sui social, vorrebbe che fossimo. In realtà non è così, le crepe si estendono e, tutt’a un tratto, siamo davanti a una dispensa o a un frigorifero, schiavi della fame nervosa. 

Per quanto forti ed evidenti possano essere ovunque, davanti e intorno a noi, i segnali della nostra umanissima debolezza, li ignoriamo. Saltiamo oltre goffamente mentre veniamo tirati per la giacca: da un lato dai problemi che reclamano attenzione e responsabilità, dall’altra da quella piccola parte di noi che cerca di avvisarci. Se siamo fortunati, anche da chi ci vuole davvero bene. Quello che ci manca è quello che semplicemente non vogliamo concederci per non ammettere di essere umani e di poter aver bisogno di aiuto: il tempo per comunicare con gli altri.

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Fame nervosa e il tempo che non c’è per l’empatia

Fame nervosa quando non ti aspetti. Luoghi e momenti insidiosi e danni alla salute

Probabilmente, l’aver sviscerato in maniera così introspettiva le cause e il meccanismo della fame nervosa, ce lo fa osservare troppo dal di dentro. In questo modo la nostra consapevolezza su un argomento di tale portata perde un pezzo fondamentale. Ci riferiamo al semplice fatto che è una manifestazione così tanto diffusa perché è subdola. La drammatizzazione che abbiamo spiegato avviene tutta dentro, al livello inconscio. L’insidiosità sta invece nel fatto che si presenta a noi come una comoda, facile tentazione. Insomma, la fame nervosa ha esattamente i modi di apparire e di ammaliarci che nell’immaginario collettivo attribuiremmo al diavolo!

Può sicuramente sembrare un paragone azzardato ma, credeteci, non c’è alcun bigottismo né allarmismo inutile. Infatti, le situazioni in cui è più facile cedere alla tentazione di scaricare tutto sul cibo sono le più diverse.

Si va dalle auto-concessioni culinarie del week end, da vivere da soli o in convivialità. O ancora quando si è in pausa (di solito breve) in ufficio, peggio ancora se l’attività prevede lo stare in giro continuamente durante la giornata.

Tutto moltiplicato quando i ritmi vengono resi ancora più serrati dagli impegni familiari, magari con bimbi piccoli. Come si intuisce, la fame nervosa si presenta come una tentazione, che sia per lenire momenti concitati o perfino per corroborare un momento festoso. Ma non ne va solo dei chili in più.. Esistono rischi per la salute, come il diabete e le malattie cardiovascolari.

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Fame nervosa quando non ti aspetti. Luoghi e momenti insidiosi e danni alla salute

Ecco il meccanismo fisico della fame che pochi conoscono

Se fino a questo momento ci siamo essenzialmente soffermati su tutte le dinamiche psicologiche ed emotive che ci conducono verso la fame nervosa, sappiate che non è tutto. Certo, perché come ogni altra manifestazione umana legata a istinti ed esternazioni emotive e nervose, anche la fame risponde ad un preciso input. Nello schema perfetto della natura, anche noi esseri intelligenti ed evoluti siamo stati dotati dalla vita di input. Ossia, direttive impresse fin nel nostro DNA che hanno come scopo la nostra sopravvivenza. Così, se per garantire la trasmissione del nostro corredo cromosomico esiste il sesso, allo stesso modo per permetterci di vivere esiste la fame.

E tale meccanismo ha chiaramente una matrice di tipo fisico e biologico. Tutto, infatti, parte dall’ipotalamo: è lì che avviene il controllo sull’impulso della fame e sulle azioni che da lì il cervello ci dice di compiere. Nella normalità, quando la nostra glicemia è troppo bassa, l’ipotalamo lo segnala – letteralmente- al cervello, stimolando il comando della fame.

Quando diventiamo preda della fame nervosa, non realmente legata all’ipoglicemia, è perché di base ci sono degli scompensi nell’ipotalamo. Oltre il fattore biologico, può essere ipotizzabile anche un senso di confusione infantile tra la fame e la richiesta di affetto: quando piangendo da neonati riceviamo l’allattamento, anche se non stiamo per forza esternando la fame.

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Ecco il meccanismo fisico della fame che pochi conoscono

Fame nervosa rimedi possibili… e naturali

Fame Nervosa Rimedi… Ecco, prima che andiate a cercare su Google rischiando di imbattervi in fonti improbabili ancorché poco attendibili, ve li spieghiamo noi. Tanto per cominciare, se il cibo si trasforma in una proiezione esteriore ed ingannevole delle nostre fragilità, la prima risposta è consapevolezza. Parlarne, venire fuori e riprendersi la propria umanità e la propria fallibilità, innanzitutto parlandone.

Non si deve mai aver timore di parlare di ciò che rischia di consumarci e ripercuotersi su di noi, né con le persone care né con uno psicologo. Sono ormai lontani i tempi in cui dichiarare di seguire un percorso psicologico da uno specialista equivaleva quasi a una lettera scarlatta addosso.

La seconda cosa da fare è imparare a ritrovare dialogo e contatto con le persone e le situazioni reali, fatte di socialità.

Lasciare la comfort zone di casa e della tavola che ci sta inghiottendo riprendendo il senso reale delle cose.

Dunque uscire, fare sport e attività fisica, che aiuteranno insieme la salute fisica danneggiata dalla fame nervosa e la mente, che si distrarrà.

Ugualmente, cambiate radicalmente alimentazione, sempre seguiti da un dietologo e/o un nutrizionista. Aumentate gli spuntini -sani, fatti di verdure, frutta (magari secca), proteine- così da saziarvi evitando di farvi del male con cibo spazzatura ed eccessi calorici a pranzo o cena. Soprattutto, puntate a spingere di più su zuccheri e carboidrati a colazione. In questo modo salirà anche il ritmo metabolico. Pianificate le giornate, coltivate degli hobbies, date cibo alla mente per tenerla occupata!

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Fame nervosa rimedi possibili… e naturali

Fame Nervosa Rimedi Naturali e NovaShape!

Una volta chiarite le cause ed i meccanismi sia emotivi che fisiologici della fame nervosa, nonché tutte le possibili soluzioni – il cambio di stile di vita e comportamenti alimentari- c’è ancora una cosa da dire. Non ci sono trucchi e sanissimi cambiamenti nel modo di vivere la propria vita e amarsi davvero che tengano se non c’è volontà. Sembra apparentemente banale da dire ma è così, e la volontà può derivare solo da una piena presa di coscienza. Sarà questo che ci porterà a smarcarci dal problema, comprendendo appieno quanto il cibo sia solo una proiezione.

Come detto, se l’istinto della fame per compensare i cali glicemici dipende dal nostro organismo, vuol dire che quando tale meccanismo va in tilt possiamo contare anche su degli alleati sani come gli integratori. Questi sono costituiti da eccipienti naturali che agiscono sul metabolismo e in generale sull’organismo e gli ormoni per regolare i parametri e dare supporto. Uno dei più accreditati è sicuramente l’integratore NovaShape.

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Fame Nervosa Rimedi Naturali e NovaShape!

 

Placa la fame, supporta il metabolismo, il cuore, il fegato, la circolazione. Inoltre contrasta gonfiore addominale, pigrizia intestinale, sostiene lo sviluppo muscolare, e aiuta a mantenere ottimali i livelli glicemici e metabolici. E molto, molto altro ancora per ritrovare benessere e vincere anche la fame nervosa!



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