Pene nero, ovvero, nell’immaginario collettivo, il simbolo massimo di espressione della virilità, della potenza fallica e di “king size”. Ma è così? O meglio, per quanto le testimonianze – scritte, ritratte e poi anche fotografate sia del colonialismo che delle ricerche antropologiche- ci raccontino sia piuttosto vero, lo è sempre? Qui si entra certamente in un tema molto molto delicato.
Oppure, volendo calarsi in quello stesso spirito umoristico di bassa lega che troppe volte lo accompagna, un grosso affare. Ciò che riguarda il sesso per noi, cari amici lettori, è sempre un affare delicato, da trattare con empatia e rispetto sia dei risvolti psicologici che di quelli fisici e medici.
Ma il discorso intorno al pene nero è qualcosa di ancora diverso. Diverso rispetto anche a quando ci siamo occupati, ad esempio, di come smettere di masturbarsi, o dell’allungamento del pene, o ancora di astenia sessuale e bolle sul pene. Il fallo scuro, per così dire, porta con sé altre questioni che, soprattutto oggi, risultano piuttosto delicate.
Già, sembra che oggi ci sia molta più attenzione e sensibilità rispetto ai luoghi comuni che riguardano razzismo e sessismo. Per cui, se da una parte se ne parla giustamente di più e si è più attenti, dall’altra un eccesso di zelo in queste forme di attenzione rende difficile parlarne! Ma perché, che cosa c’è da dire sul pene nero!?
Insomma, perché oggi è difficile parlare di pene nero?
Come stavamo dicendo poco fa, parlare oggi di pene nero è inspiegabilmente tanto facile quanto difficile. La contraddizione sta nella maggiore sensibilizzazione delle nuove generazioni. O meglio, in come il mercato ed i media – che sempre mercato è- stanno rispondendo a tale sensibilizzazione. Tutto ancora una volta viene trasformato in un trend da spremere, per cui viene portato all’eccesso.
L’eccesso crea esasperazione, per cui, ad Hollywood come sui social e nei media tradizionali, si apre una costante caccia alle streghe su tematiche di razzismo, sessismo e bullismo. Quando questo tipo di meccanismi si mette in moto diventa inarrestabile e molto difficile da frenare. Quel che è certo è che certe battaglie sono profondamente giuste, così come è giusto parlare e dibattere su temi da sempre considerati ingiustamente tabù.
Ma stiamo parlando di pene nero perché siamo ancora influenzati da certi luoghi comuni?
Chiariamoci bene, non abbiamo intenzione qui di fare una parata dei luoghi comuni triti e ritriti sul tema pene nero. No, e certamente se abbiamo deciso di parlarne in quest’articolo non è per l’influenza inconscia di tali luoghi comuni. Tutt’altro, anzi, affrontarlo qui ed ora vuol dire esattamente l’opposto, cioè far sì che almeno in questa sede se ne parli con equilibrio, annullando questi luoghi comuni.
Quindi, cosa possiamo dire davanti a cose sul pene nero del tipo: è lungo, è sempre duro e pronto, è sempre il massimo della soddisfazione, i neri si sanno muovere meglio, sono più atletici, sono più virili…? Be’, la sola cosa veramente sensata che si può dire davanti a questa pletora di banalità è che sono per lo più mitologia.
Che cosa c’è dietro la mitologia del fallo esotico?
Il discorso sul pene nero è un incontro ad alto impatto tra stereotipi di diversa natura. In pratica, si assiste alla collisione tra il luogo comune sulle connotazioni raziali e il mito fallico. Già, il mito su cui per millenni è stata costruita una società fallo-centrica, basata tutta sulla presunta superiorità del maschio come cacciatore e raccoglitore. Una cultura, questa, che ha prodotto danni notevoli, soprattutto rispetto agli stereotipi negativi creati anche un po’ di conseguenza a danno delle donne.
Dall’altra parte, invece, lo stereotipo di tipo razziale, per cui vengono attribuiti modi di essere e perfino attitudini solo in base al colore della pelle. In questo particolare caso, l’unico fondo di verità riguarda scoperte fatte già durante le ignominiose pagine del colonialismo. Ci riferiamo alla scoperta riguardante soprattutto determinate popolazioni aborigene, ma non solo, e le loro usanze riguardo l’utilizzo di strumenti artigianali per avere zebedei o fallo particolarmente sproporzionati.
Il pene nero è solo una verità parziale, ma allora quello dell’uomo bianco è un complesso che non ha ragione di esistere?
Sì, il pene nero ha dunque un suo fondo, ma da lì ad aver creato una mitologia generica sugli uomini di colore super dotati ce ne passa! Questo, nel frattempo, non ha solo alimentato prima le barzellette e poi, in epoca social, i meme. Ha dato inizio la stura ad un intero mondo commerciale che parte dal porno, dove naturalmente la selezione di attori di colore super dotati non fa davvero testo, ma potrebbe essere l’eccezione che conferma la regola. Da qui si sono sviluppate quelle fantasie sessuali figlie della curiosità che prima o poi lavora come un tarlo…
Questo però vuol dire che i maschi bianchi, o di altra appartenenza etnica, non hanno da temere o da complessarsi. Come le donne sanno molto bene, inoltre, non è solo questione di centimetri, ma anche di saperci fare, di come muoversi… di saperlo usare! Per cui, se si vuole proprio eguagliare e magari infrangere il mito del pene nero, bastano vita sana, buona alimentazione e attività fisica.
Ma per ottimizzare gli effetti di una vita sana e compensare le difficoltà dovuta ai momenti di stress c’è l’integratore naturale Maximo! A base di elementi naturali, come la Maca e il Tribulus, Maximo dona forza, vigore, resistenza, libido, ed è alleato di cuore e circolazione!
Pene nero e come gli stereotipi che hanno creato una società fallo-centrica contribuiscono a stress e ansia da prestazione
Fermo restando che quello del pene nero è in buona sostanza un falso mito largamente e lungamente diffuso, esistono delle minime verità. Così come esistono differenti colori della pelle, e differenti caratteristiche somatiche comuni, è altrettanto vero che esistono anche peculiarità fisiche differenti. Differenze etniche che dipendono da questioni di adattamento all’ambiente circostante, ed alla conseguente offerta alimentare che l’habitat porta con sé.
Diversi fattori esterni influenzano continuamente il nostro codice genetico e le caratteristiche in esso impresse. Caratteristiche che determinano specifiche qualità e attitudini. Ma quel che va davvero considerato per avere una visione chiara delle cose è che esistono poi caratteristiche di tipo individuale, più specifiche ancora. E gli individui sono tutti accomunati da certe peculiarità anche in modo trasversale alle etnie. Allo stesso modo, gli individui differiscono tra di loro anche notevolmente, pur nello stesso gruppo etnico!
Pene nero… come il colore delle nostre prospettive quando restiamo ingabbiati nelle false credenze
Pene nero, nero come il colore della nostra prospettiva alterata dalle false credenze. Quando restiamo ingabbiati in luoghi comuni che ricadono sul modo di vedere e vivere cose profonde dell’intimo umano, come la sessualità, è pericoloso. Il pericolo è quello che, cominciando con le battute e i doppi sensi, un’idea sbagliata si insinui dentro di noi scavando come un tarlo. Quel tarlo, prima o poi, radica dentro di noi la convinzione che tutta la forza di un uomo si riassuma nel suo pene.
Non solo, perché la visione distorta che si rischia di assumere, proprio come se si indossassero delle lenti deformanti, va anche oltre. Si rischia insomma di vivere con la vera e propria ossessione di dover costantemente dimostrare forza, potenza e piglio virile soprattutto con il pene. Quanto è grande, quanto è doppio, quanto dura… Il tutto, con il fardello in più di dover sostenere un confronto impari con il mito del pene nero!
Tutte le conseguenze del ritrovarsi ad indossare una falsa prospettiva rispetto alla sessualità e al pene
Quel che accade quando la nostra mente, e di conseguenza la nostra emotività, viene colonizzata da falsi miti sessuali come il pene nero, è ansia da prestazione. Sì, uno dei più grandi mali sociali ed individuali della nostra società, ancora in bilico tra il colloso e persistente retaggio fallocentrico e il sentimento di cambiamento e nuova sensibilizzazione.
Un groviglio di ansie che hanno direttamente a che vedere con l’ansia da prestazione sociale che investe tutto, dal lavoro ai rapporti quotidiani. Un costante braccio di ferro dove esistono più avversari che persone da rispettare e con cui confrontarsi serenamente e che si gioca infine al letto. Questo porta una serie di fenomeni a cascata, un effetto domino che dal cervello si sposta sul corpo, spegnendo la libido e portando anche disfunzione erettile.
Vi sembra un’esagerazione che tutto questo parta dal mito del pene nero? No, non lo è, perché la frustrazione personale, il senso di un confronto impari, la paura di deludere che si trasforma in reale delusione. Tutto questo è terribilmente reale.
Il pene nero e che cosa dicono gli studi fatti seriamente
Andando adesso al di là dei fondamentali risvolti di carattere etico ed emotivo, esistono veri e propri studi sul pene nero. Più nello specifico, sono state davvero condotte delle ricerche sulle misure medie del membro nei paesi africani. Quel che ne è stato rilevato sembrerebbe andare nella direzione di un’accertata verità di fondo sul fenomeno.
Infatti, per quel che riguarda specificamente il Congo, è venuto fuori che la dimensione media del membro maschile si attesti intorno ai 17,93 cm. Questa misura è ben 5 cm sopra la media mondiale. Addirittura, ben 9 sopra quella dei paesi asiatici! Ma facendo i conti rispetto al fatto che questi siano valori medi, emerge che la reale lunghezza della maggioranza non andrà mai oltre i 13,12 cm.
Pene nero e le ipotesi rispetto alla media lunghezza rilevata. Perché quei 5 cm in più
Naturalmente, gli studi appena citati sul pene nero e ciò che ne emerso in termini di misure medie rispetto a quelle del resto del Mondo, non potevano non porre altri interrogativi. Come mai quei 5 cm di media in più rispetto a noi? Numerose le ipotesi che gli studiosi hanno avanzato in merito nel corso del tempo. Ebbene, per quanto possa sembrare irrealistico agli occhi di un profano (ricordate cosa abbiamo scritto prima in merito ai cambiamenti genetici rispetto ai fattori ambientali?) ecco una delle spiegazioni più accreditate.
A causa delle condizioni di estremo calore del continente africano, la vagina della donna, organo abitualmente sensibile ed esposto, è situato più internamente. Esatto, avete letto bene, e sarebbe per questo motivo ambientale che il pene maschile si sarebbe evoluto lì adattandosi di conseguenza. Ebbene, proprio come avevamo spiegato nella prima parte di quest’articolo, è solo una questione di genetica e di adattamento evolutivo a condizioni che esistono in un luogo e magari non in un altro.
Capita la verità sulla questione, ridimensioniamo… il pene, e ricordiamoci le cose che contano davvero
Già, ridimensionata – è proprio il caso di dirlo- la questione Pene Nero, ricordiamo soltanto le vere cose fondamentali. Quello che insomma conta davvero, e come avrete capito non è questione di dimensioni, o lo è soltanto in minima parte. La cosa davvero importante è la capacità di saperlo usare, e con esso di usare anche mani, lingua, sensi, fantasia, per saper toccare non solo la vagina o il punto G. C’è così tanto che riguarda il corpo, sia maschile che femminile, che va scoperto nel sesso e che può dare piaceri anche inaspettati!
E per essere vigorosi, vogliosi, resistenti, forti, e quindi essere nelle condizioni ottimali fisiche e di salute per saperlo usare, non ci sono molte raccomandazioni. Conducete una vita sana e rispettosa del vostro corpo, tenete giovane l’organismo e i muscoli facendo attività, riposando bene e mangiando meglio. E per contrastare ogni forma di stress affidatevi sempre al supporto di un integratore alimentare sicuro e certificato… Insomma, andate sempre al Maximo!